Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 27 aprile 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Nefrotossicità del Litio e degli
altri farmaci adottati per il disturbo bipolare. Un nuovo studio ha confrontato i
dati relativi al più ampio campione di farmacoterapie mai ottenuto per il
disturbo bipolare, comprendenti 71 protocolli con singoli farmaci o con più
farmaci in combinazione, per valutare il rischio di patologia renale. I
risultati purtroppo confermano le preoccupazioni derivanti da altri studi sulla
nefrotossicità dei Sali di Litio ed evidenziano rischi potenziali elevati con
il valproato sodico ed altri stabilizzanti dell’umore
anticonvulsivanti (MSA), gli IMAO, gli antipsicotici e la polifarmacoterapia
psicotropica.
In proposito, vogliamo sottolineare l’impegno del nostro presidente e di
vari nostri soci in questi sedici anni per accrescere la consapevolezza degli
psichiatri su questi rischi e, soprattutto, la valutazione di interventi
integrativi ed alternativi della farmacoterapia ogni volta che sia possibile. [Nestsiarovich A., et al., J Affect Disord.
252: 201-211 Apr 8, 2019].
Ruolo sessuale dei recettori
dell’insulina degli astrociti. Manaserth e colleghi hanno
scoperto che l’ablazione dei recettori dell’insulina delle cellule astrogliali del topo determina ritardo nello sviluppo
puberale e ipogonadismo. [Manaserth I. H. et
al., 17 (3): e3000189, 2019].
Nefropatie autoimmuni in pazienti
trattati con alemtuzumab per sclerosi multipla. Nei pazienti affetti da sclerosi
multipla e trattati con alemtuzumab, rispetto alla
popolazione generale e ai pazienti sottoposti a terapie differenti, sono più
frequenti le malattie autoimmuni, incluse le nefropatie. Uno studio su 16 casi
di nefropatie autoimmuni da alemtuzumab ha dimostrato
che lo stretto monitoraggio facilita la diagnosi precoce e il trattamento
tempestivo, consentendo di preservare la funzione renale. [Phelps R., et al. Mult Scler.
Apr 15: 1352458519841829, 2019].
Il resveratrolo potrà sostituire litio
e valproato sodico nell’eccitazione bipolare? Il resveratrolo, una fitoalessina dotata di
proprietà antiossidanti e potenzialità anticancro, contenuta nel vino rosso e ritenuta
forse a torto all’origine del “paradosso francese”, è stato sperimentato con
successo su un modello murino di eccitazione equivalente alla fase maniacale
del disturbo bipolare. Si ricorda che, indagando sulle ragioni di un più basso
rischio cardiovascolare negli abitanti della Francia meridionale rispetto ad
Americani con un regime dietetico e un consumo di alcool equivalente, fu
attribuito il merito dell’azione protettiva al resveratrolo contenuto nel vino
rosso assunto dai Francesi. Successivamente, si dimostrò che le concentrazioni
ematiche efficaci di resveratrolo avrebbero richiesto un consumo di vino spropositato
e tale da procurare danni epatici, renali e cardiovascolari gravi. Pertanto, si
è ritenuto che l’effetto di protezione cardiovascolare sia da ascriversi
all’azione sinergica dei numerosi composti antiossidanti (flavonoidi, tannino,
pirocatechine, ecc.) derivati dall’uva e dalle sue bucce.
La simulazione sperimentale del disturbo psichiatrico umano è stata
ottenuta mediante m-AMPH, che induceva incremento dell’ossidazione di lipidi e
proteine nei neuroni della corteccia frontale, dell’ippocampo e dello striato
dei ratti. Il resveratrolo si è rivelato anche in grado di prevenire e riparare
il danno ossidativo in tutte le aree cerebrali studiate. Se questo fenolo non
flavonoide fosse in grado di svolgere nella realtà clinica il ruolo terapeutico
che ha mostrato nei roditori, potrebbe evitare i rischi di tossicità da
somministrazione cronica dell’acido valproico e i rischi, peraltro difficili da
studiare e dimostrare, derivanti dall’uso protratto di litio. [Menegas S., et al. Metab
Brain Dis. – AOP 10.1007/s11011-019-00408-1, 2019].
I canali TRP nei meccanismi
molecolari delle cefalee: nuovi obiettivi terapeutici. Considerata al secondo posto tra
le malattie neurologiche più comuni e disabilitanti, la cefalea (migraine) che,
talvolta preceduta da un’aura, associa al mal di capo, nausea, vomito e
ipersensibilità a stimoli luminosi e acustici, non è stata ancora del tutto
decodificata in termini di meccanismi molecolari. I canali TRP (transient receptor potential), e in particolare TRPV1, TRPV4, TRPM8 e
TRPA1, sono stati associati al disturbo sulla base della loro attivazione dagli
stimoli patologici associati all’attacco. Recentemente, la loro modulazione da
parte di farmaci e prodotti naturali si è rivelata efficace nel contrastare la
manifestazione sintomatologica. Benemei del Centro
Cefalee del Policlinico di Careggi in Firenze & Dussor
della Scuola di Scienze del Cervello e del Comportamento dell’Università del
Texas a Dallas hanno pubblicato una rassegna di studi che supportano l’impiego
di nuovi farmaci con TRP per target.
[Benemei S. & Dussor
G. Pharmaceuticals (Basel) 12 (2): pii: E54, 2019].
Le differenze sessuali nel cervello
emergono durante lo sviluppo fetale. Valutando i cambiamenti legati al
sesso e all’età gestazionale (GA)
nella connettività funzionale (FC)
all’interno delle reti e tra le grandi connessioni cerebrali, Wheelock e colleghi hanno scoperto, sia all’interno delle
reti che tra le reti, associazioni FC-GA che variavano con il sesso.
Specificamente: associazioni tra GA e cingolata posteriore-polo temporale e FC fronto-temporale è stata rilevata solo nelle femmine,
mentre l’associazione tra GA e accresciute FC intracerebellari
era molto più forte nei maschi. [Wheelock M. D., et al., Dev Cogn Neurosci 36:100632 doi: 10.1016/j.dcn.2019.100632, 2019].
Neurotrasmettitori identificati e
visualizzati nel cervello di crostacei. Con la metodologia MALDI/MSI, Cao e colleghi hanno identificato e visualizzato nel
cervello di crostaceo dopamina, serotonina, GABA (acido γ-aminobutirrico) e istamina, non identificati nei tessuti
derivati. Molecole con altri gruppi funzionali, quali acetilcolina e fosfocolina sono state rese direttamente in immagine dopo
l’applicazione di matrice. Questo studio amplia le nostre conoscenze sulle
molecole di segnalazione nel sistema nervoso centrale dei crostacei. [Cao Q. et al., ACS Chem Neurosci. 10 (3): 1222-1229, 2019].
Le cinque teorie di Darwin, la
filosofia evoluzionistica e gli equivoci nella cultura contemporanea. Dal ritorno del creazionismo
contrapposto all’origine filogenetica della nostra specie, alla convinzione che
accettare la concezione evoluzionistica sia incompatibile con la fede in un Dio
creatore, passando per l’ignoranza che i fatti dell’evoluzione trovano migliaia
di conferme quotidiane in tutto il mondo nei laboratori microbiologici e
farmacologici, le lacune e i falsi miti che ancora occupano spazi del sapere
contemporaneo e della mente di molti sono stati affrontati in un incontro al
Seminario Permanente sull’Arte del Vivere.
Nodo centrale della riflessione comune e dell’approfondimento è stato il
riferimento frequentissimo ed erroneo alla teoria dell’evoluzione di Darwin
come ad un monolitico blocco di pensiero filosofico, quale è diventato in
numerose analisi e dibattiti che hanno ereditato acriticamente la resa in una
forma schematica e ideologizzata di una materia scientifica spesso poco
conosciuta. La preoccupazione principale dei credenti in un Dio creatore nel
dibattito ottocentesco era confutare la dimostrazione dell’origine dell’uomo
dalla scimmia, che sarebbe stata incompatibile con la creazione di Adamo ed
Eva. Ma, anche se le osservazioni e le scoperte naturalistiche avevano
supportato e confermato in Charles Darwin una concezione atea del mondo fisico
e animale, le sue acquisizioni era molto lontane dai temi di un dibattito
ideologico e costituivano il portato di un metodo ipotetico-deduttivo (Ghiselin, 1969) che lui definiva induttivo considerandosi,
come annota nella sua autobiografia, un vero seguace di Bacon. In realtà, oggi
ci appare come un pragmatico che, per ottenere risultati di conoscenza, usa i
metodi e i modi di procedere che ritiene migliori in una chiave
logico-empirica.
Scientificamente, come ci ha insegnato Ernst Mayr
della Harvard University (What Makes Biology Unique? 2004), le teorie di Darwin sono cinque: 1) teoria dell’evoluzione in quanto tale; 2)
teoria della discendenza comune; 3) teoria del gradualismo; 4) teoria della moltiplicazione delle specie;
5) teoria della selezione naturale. L’analisi
di queste cinque teorie è stata proposta per la prima volta in dettaglio dallo
stesso Mayr nel 1985, e poi aggiornata e sintetizzata
nel saggio citato, pubblicato tre lustri fa da Cambridge University Press, nel suo
centesimo compleanno. Le cinque teorie non si possono considerare un insieme
inscindibile, come se fossero cinque ipotesi strutturali sulle quali si regge
la concezione unica dell’evoluzione, secondo l’interpretazione di alcuni
filosofi. In campo scientifico, dopo il 1859, le cinque teorie sono state
analizzate singolarmente da naturalisti e biologi, e vi sono stati autori che,
ad esempio, hanno accettato la teoria della moltiplicazione delle specie, ma hanno
rifiutato una o più delle altre quattro.
Nel corso dell’incontro le teorie darwiniane sono state illustrate in
dettaglio e discusse in modo particolareggiato. Immergendosi nella realtà dei
problemi biologici risolti dalle interpretazioni evoluzionistiche, inclusi gli
innumerevoli perché su aspetti morfologici particolari di alcuni animali, sulla
scomparsa di specie fossili o sulla comparsa di caratteri nuovi, si comprende quanto
il valore principale di questi studi consista nell’aver contribuito a conferire
alla biologia la dignità di una scienza indipendente, e non nell’aver delineato
i principi di una “religione laica”.
L’approdo a una filosofia evoluzionistica atea che si ponga in alternativa
alla visione dell’origine della realtà dalla volontà creatrice divina,
custodita dalla tradizione giudaico-cristiana, è una libera scelta, possibile anche
ai nostri giorni, ma è anacronistico ritenere che la conoscenza delle nozioni
scientifiche acquisite da Darwin in poi comporti il necessario rifiuto del
credo religioso, che costituisce la principale radice antropologica del mondo
occidentale. Non soltanto da parte di scienziati credenti, ma anche da numerose
autorità religiose è stata sostenuta già nel Novecento la tesi che vuole i
processi dell’evoluzione quali meccanismi della creazione. Infatti, secondo la
religione ebraica e le varie confessioni cristiane, i sette giorni simbolici
della genesi del creato proseguono negli eventi riproduttivi animali e nella
procreazione umana, considerata quale partecipazione all’opera creatrice divina
e, in quanto tale, consacrata nel matrimonio che, in qualità di sacramento,
costituisce un contratto della coppia con Dio.
La riflessione sviluppata in questo incontro seminariale ha portato
unanimemente a concludere che, alla luce delle conoscenze attuali, non è più
accettabile rimanere ai termini di un dibattito ottocentesco che si è protratto
durante il secolo scorso.
Notule
BM&L-27 aprile 2019
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